Sabato 5 Febbraio 2011 ore 21.30
Partigiani in Ogni Quartiere vi presenta:
…CRONACHE DI RESISTENZA 2:
Sabato 5 Febbraio 2011 ore 21.30
Partigiani in Ogni Quartiere vi presenta:
…CRONACHE DI RESISTENZA 2:
Oggi con la lotta degli operai e della FIOM, ieri assieme agli studenti, ai movimenti per l’acqua, contro la TAV o il DAL MOLIN. Dalla crisi ci usciamo tutti assieme, praticando resistenza, costruendo alternativa.
La lotta è un bene comune:diffondila e difenditi dai banditi della crisi!
Corsari Milano
Gente Seria
Abbiamo fortemente voluto fare questa serata per ribadire che la nostra contrarietà all’accordo di Mirafiori, il nostro NO al modello Marchionne.
Generalizzare lo sciopero del 28 Gennaio indetto dalla Fiom vuol dire anche parlare di beni comuni, di scuola e università, di migranti e precariato.
Per questo abbiamo voluto fare questa serata, pensandola per tutti i giovani che vivono la frenetica Milano tra mille fatiche e insicurezze nei posti di lavoro, nelle scuole e università, nei quartieri di periferia.
Grazie a Yokoano, The Wet Dog, Vallanzaska, Ministri e PunkreasDJset.
Grazie alla Fiom Milano
Grazie a Tutt* voi che siete rimasti a ballare e a cantare per ore sul Cavalcavia Bussa
Per i Diritti e Contro i Ricatti
Contro gli attacchi di Marchionne Cisl e Uil ai lavoratori FIAT, contro la precarizzazione dell’esistenza, per generalizzare le lotte, estendere i diritti, diffondere e allargare il confilitto sociale.
Kermesse Musicale con:
Punkreas Dj Set, Vallanzaska, Yokoano, Wet Dogs + Ministri
Cavalcavia Bussa MM2 Garibaldi Milano
Deve aver avuto i sudori freddi Sergio Marchionne…
Deve aver avuto i sudori freddi questo “grande modernizzatore” (!?) quando venerd ìnotte, lentamente, venivano resi noti i risultati del referendum di Mirafiori…Il NO vinceva sulle catene di montaggio (il cuore della fabbrica) smontando il sogno plebiscitario del manager in maglioncino più famigerato d’Italia.
Poi ci hanno pensato i quadri ed i capi-reparto (come già avevano fatto nel famigeratoAutunno del 1980) a riequilibrare, di poco, la situazione a favore dell’azienda.
Il ricatto non ha vinto però. Come e più che a Pomigliano, le tute blu della FIAT hanno dimostrato che la dignità ela schiena diritta non sono attributi facilmente svendibili.
Di fronte ad uno schieramento (virtualmente) ultra-maggioritario schierato per il SI’ all’accordocapestro di Mirafiori (FIAT, Cisl, Uil, sindacatini gialli vari, Governo, Pdl, Lega, Pd ingrande maggioranza, televisioni e giornali di regime vari…) il fronte del NO ha dimostratouna forza da molti inattesa. Una forza capace di sfiorare il 50%.
La partita non è finita quindi.
Il ricatto della disperazione “meno diritti in cambio di lavoro” non ha vinto. E spesso chi ha votato SI’ è più incazzato di chi si è espresso in modo contrario…
I responsabili della crisi sono gli stessi che ci propinano un’indigesta minestra fatta di sacrifici e precarietà totale per tutti. Sergio Marchionne, invece che pensare a vendere buone automobili, cerca di espellere dalla fabbrica chi gli si oppone. Alla faccia della democrazia!
Vaneggia di miracolosi e nebulosi piani di rilancio (la stessa storia di 30 anni fa). Ma noi abbiamo la memoria lunga ed ancora ricordiamo i piani di rilancio (pagati con soldi statali) di qualche anno fa per la frabbrica di Termini Imerese. Inutile dire che il rilancio è rimasto sulla carta e lo stabilimento siciliano sta chiudendo.
Si diceva che la partita non è consclusa.
Un nuovo importante round sarà lo sciopero generale dei metalmeccanici del 28 Gennaio.
Uno sciopero da generalizzare.
Uno sciopero che proponga un modello diverso da quello fatto di sfruttamento, ricattabilità,solitudine e salari bassissimi made in USA.
NO AI RICATTI! SI’ AI DIRITTI
L’attacco di Marchionne alle lavoratrici ed ai lavoratori della Fiat non riguarda unicamente i diritti e la dignità del lavoro dei metalmeccanici. E’ un’idea di ricatto sociale che viene proposto come unica via d’uscita alla crisi ed investirà tutte le sfere delle nostre esistenze, lavorative e non (dove non lo abbia già fatto). Il ricatto-referendum sul quale voteranno oggi e domani i lavoratori di Mirafiori si inserisce infatti in una strategia di attacco globale ai diritti conquistati con le lotte sociali nei decenni passati. Dalle deroghe al contratto collettivo nazionale di Pomigliano d’Arco (che doveva essere un’eccezione, come ribadito dalle lungimiranti menti del Pd, ma che in realtà ha fatto da apripista) all’attacco al diritto allo studio, all’Università pubblica ed alla ricerca libera sferrato con l’approvazione a tutti i costi del ddl Gelmini; dai tagli al mondo della cultura e dello spettacolo alla messa in vendita di beni comuni e fondamentali quali l’acqua; dai tagli all’editoria cooperativa alla sempre crescente precarizzazione delle nostre vite.. E’ uno smantellamento progressivo e generalizzato dei diritti, dei beni comuni, di un immaginario collettivo giustificato con la retorica della crisi e dell’austerità da un sistema neoliberista giunto ormai al capolinea, come dimostrato dalle rivolte esplose a Roma, Londra, Atene e in questi giorni Tunisi. Un sistema che sull’orlo del collasso inasprisce ancora di più gli attacchi con politiche economiche volte in realtà unicamente a consolidare i rapporti di forza del capitale e proteggersi da ogni tentativo di cambiamento radicale.
Un cambiamento, ora più che mai, necessario, fondamentale, ma soprattutto possibile. A patto di essere in grado di ricomporre un tessuto sociale sempre più frammentato dagli attacchi e dalla “cultura” individualista ormai dominante. Una ricomposizione che non sia però una sommatoria delle lotte, ma elaborazione collettiva e comune di un modello di sviluppo alternativo e sostenibile. Una sintesi e una generalizzazione dei conflitti è ora più che mai necessaria, non rimandabile, contro una crisi di sistema strutturale e ciclica basata sullo sfruttamento delle persone e dei territori che crea disuguaglianze per conservare ed aumentare i privilegi di pochi.
Il 2 Ottobre 1925 Mussolini, la Confindustria e i sindacati corporativi fascisti firmavano a Palazzo Vidoni un accordo che cancellava le elezioni delle commissioni interne.
Notate qualche assonanza con la situazione attuale?
Se sì è il caso di iniziare a muoversi… Continua a leggere