Comunicato sulle Mobilitazioni di Padova dal 29 Settembre al 2 Ottobre@Noi respingiamo questa riforma!

Comunicato sulla mobilitazione di Padova dal 29 Settembre al 2 Ottobre:

La mobilitazione del 30 Settembre a Padova delle studentesse e studenti medi ed universitari ha per l’ennesima volta messo in risalto la contraddizione che al giorno d’oggi caratterizza l’intera governance universitaria. Da una parte i rettori, a parole, solidarizzano con i ricercatori e criticano i tagli di Tremonti e la riforma Gelmini. Dall’altra parte loro stessi sono coloro che più hanno contribuito a stendere i punti principali di tale riforma che non intacca minimamente i privilegi ed il potere di chi è responsabile delle sacche di malfunzionamento del sistema universitario. Sono gli stessi rettori che, tramite la CRUI, hanno appoggiato incondizionatamente questa settimana alla Camera il Ddl Gelmini, sperando così di poter ottenere da Tremonti qualche briciola da spartirsi fra di loro in modo tale da poter continuare ad esercitare il loro potere baronale all’interno delle nostre università. Briciole che non fermeranno invece il progetto di dismissione dell’Università pubblica portato avanti in maniera decisa da questo governo e dai governi che lo hanno precedeuto.

Contro questa ipocrisia e per una vera riforma dell’Università che garantisca in primo luogo a tutte e tutti un reale diritto allo studio, ieri in cinquecento, fra student*, dottorand* ed assegnist*, abbiamo attraversato le vie di Padova, dove si sarebbe dovuta svolgere la cerimonia di inaugurazione del Forum YoUniverCity [http://corsari-milano.noblogs.org/post/2010/09/28/a-padova-non-e-che-liniziodal-29-settembre-al-3-ottobre-forum-della-formazione-bene-comune/] in presenza dei ministri Meloni, Zaia e Gelmini. Ministri che, tuttavia, per evitare di trovarsi di fronte ad una forte contestazione hanno disertato la cerimonia, come ormai avviene di consueto in ogni occasione pubblica.

Il corteo partito da Piazza dei Signori si è snodato fra le viuzze medievali di Padova fino a giungere in Piazza delle Erbe, dove un blindato della celere e un paio di cordoni di celerini ne impedivano il proseguimento fino al Palazzo del Bo, sede della cerimonia. Celerini che hanno subito risposto con manganellate alla determinata volontà del corteo di proseguire. Ma questo utilizzo assurdo e spropositato della forza non ci ha fatto indietreggiare. Anzi. La nostra determinazione e la forza delle nostre idee per un’Università pubblica libera dai baroni e dalle interferenze dei privati, ha fatto indietreggiare le guardie , facendoci raggiungere la nostra meta. Una volta arrivati di fronte al Palazzo del Bo, altri cordoni di polizia impedivano il nostro accesso alla cerimonia, mostrando come chi detiene il potere risponde a chi ha un’idea diversa di Università.

Ma questo non ha impedito ai ricercatori ed ai professori che si trovavano all’interno di uscire e disertare la cerimonia per partecipare invece ad un’assemblea all’aperto con tutti noi, con chi vive e fa vivere l’Università ogni giorno, con chi quella piazza se l’era presa pochi istanti prima. La cerimonia ufficiale blindata dai cordoni di polizia ha così perso legittimità, tanto che anche il rettore è dovuto poi uscire al di fuori del Palazzo per fare il suo intervento ipocrita al megafono per non parlare di fronte ad una platea vuota. Un intervento, duramente contestato al termine, che ovviamente non ha fatto altro che confermare come queste persone facciano il doppio gioco a scapito dell’Università. Ma noi non ci caschiamo, non ci siamo cascati prima e non ci cascheremo nelle prossime settimane e nei prossimi mesi.

Questo è solo l’inizio. Non ci fermeremo, non ci fermeranno.

Respingiamo questa riforma!

Corsari Milano

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