QUANDO IL CARROCCIO VA FUORI STRADA …


bossi

Arrivano novità dal mondo politico italiano. Dopo, infatti, la brillante
campagna elettorale (che le ha concesso il favore del 12% circa dei voti
depositati) la Lega Nord parte alla riscossa: tra i principali obiettivi
(che traspaiono da affermazioni di vari esponenti del partito) federalismo
e riforma costituzionale. Quest’ ultimo aspetto è stato reso noto dal
ministro dell’interno Roberto Maroni, che ha presentato richiesta al
premier affermando che il suo partito ha le giuste capacità per
realizzarlo. Ora, un ripasso di eventi e dichiarazioni che riguardano il
popolo verde farebbe pensare all’ esatto contrario:

Si parte dal 15 settembre del ’96, quando a un raduno a Venezia il leader della Lega
Umberto Bossi dichiara l’ indipendenza della Padania (rappresentata dal
nord d’ Italia, ovvero dal 53,4% del territorio nazionale): l’ evento
(ovviamente simbolico) rallegra e arringa i quattro gatti che lo seguono,
sebbene violi l’articolo 5 della costituzione, secondo il quale la
repubblica è una e indivisibile. Nel ’76 Mario Borghezio viene trovato in
possesso di una cartolina che porta la firma del Movimento Politico Ordine
Nuovo (partito di estrema destra, sciolto qualche anno prima) dove appaiono
svastiche, un ‘’Viva Hitler’’ e un inno a favore della precedente morte di Occorsio, un magistrato impegnato nella lotta contro il terrorismo a stampo
neofascista. Inoltre, gli sono attribuiti (prima dell’ ingresso nella Lega)
svariati anni di militanza in movimenti e partiti neofascisti, di cui
l’articolo 12 delle disposizioni finali e transitorie della costituzione
vieta sotto qualsiasi forma la fondazione. L’attuale ministro leghista
per la semplificazione normativa Roberto Calderoli è più che
noto per alcune celebri affermazioni: in eterno contrasto con l’ apertura di moschee in
Italia (o, preferibilmente, in Padania), sostenne la teoria secondo cui l’
Italia avrebbe vinto i mondiali del 2006 perché contro uno stato che
avrebbe immolato la propria identità schierando negri, islamici e
comunisti; e nel 2004 (quando ricoprì l’ incarico di ministro delle
riforme), dopo l’omicidio di un benzinaio di Lecco, dichiarò di voler
trovare gli assassini vivi o morti e che ‘‘Nessuno doveva permettersi di
toccare un padano’’. Forse, perso dall’ ira, si dimenticò di essere
ministro della Repubblica Italiana e non (ancora) di quella Padana. Sta di
fatto che nel suo caso gli articoli violati sono ben tre: il numero 3
(‘‘Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla
legge’’), il numero 8 (‘‘Le confessioni religiose diverse dalla cattolica
hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti’’) e il numero 27
(‘‘Non è ammessa la pena di morte’’). E questi sono solo alcune delle
vicende che hanno fatto più scalpore: effettivamente, basterebbe citare il
solo obiettivo principale della Lega Nord (l’ indipendenza della Padania)
per parlare di incostituzionalità. Eppure, tale partito può vantare il 12%
dei voti alle scorse elezioni. D’ altronde si sa: i movimenti politici
basati sull’ ignoranza della massa sono destinati inevitabilmente a
ricevere consensi maggiori con il passare del tempo (si veda il fascismo).
Bisognerebbe vedere quanto tempo la massa impiega a imparare quali sono le
conseguenze. Ad ogni modo, sarebbe opportuno che prima di fare certe
affermazioni ci s’ informasse: basterebbe effettuare una ricerca come
quella fatta per la stesura di questo articolo, e il ministro Maroni
potrebbe avere da ridire sulla capacità del suo partito in materia
costituzionale (o, perlomeno, su quella dei suoi colleghi). A voi trarre
conclusioni, cari lettori …

RSM

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