SERATA CORSARI 27 FEBBRAIO TORKIERA.

Scrivi sul flyer qual è la tua fobia sociale, quale fra le molte spinte
dai media e dai partiti al governo ha avuto il sopravvento anche nella tua
vita. Il diverso, lo strano, lo sconosciuto provocano paura invece di
stimolare la curiosità, riconosci la tua paura indotta e vieni ad
esorcizzarla.

manif serata 27

Dalle 21,30 cena benefiti per le spese legali dei Corsari Milanoa seguire
musica e danze a cura di Burger Queens e Queer against racism.
E per finire: Be you own dj, portati i dischi e metti la tua musica.
corsari-milano.noblogs.org
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yes dio can

yes dio can

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Gandhi: il diritto allo studio è morto.

Dopo mesi di presidi, occupazioni, cortei, azioni, il consiglio di stato ha fatto una mossa strana e brutta, nel senso che nella sua sentenza, che dovrebbe essere tecnica e non nel merito, ha detto espressamente che le serali non competono al "diritto allo studio" bensì ai servizi sociali. La differenza, oltre che culturale, è molto concreta: i servizi sociali sono normati in modo tale che la competenza spetti interamente agli enti locali, il che significa che il comune se vuole chiude è nessuno può dire nulla.
gandhi
I 3 studenti rimasti sul tetto diversi giorni sono ora scesi, sono stati identificati dalla digos, come se difendere la propria scuola, il proprio diritto allo studio sia un reato. Non possiamo che rimanere schifati e senza parole difronte alle ennesime scelte vergognose dell’amministrazione comunale di Milano.

COMUNICATI DI SOLIDARIETA’:

-Coordinamento lavoratori della scuola 3 ottobre

-Comunicato Fiom Cgil gandhi 26 gennaio.

COMUNICATO DEGLI STUDENTI SUL TETTO:

Comunicato studenti del Gandhi sul tetto

VIDEO SULLA STORIA DEL GANDHI:

—TUTTI I VIDEO DELLA STORIA DEL GANDHI—

—Servizio sul Gandhi—

Video storia Gandhi -1-

Video storia Gandhi -2-

Video storia Gandhi -3-

Fateci studiare o ci buttiamo giù

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NOI NON DIMENTICHIAMO

"La violenza ci ha ucciso, ma non ci ha distrutti quanto l’indifferenza"
Liliana Segre, sopravvissuta ad Auschwitz. 

Oggi cade il giorno della memoria, l’anniversario che istituzioni e Paesi
hanno scelto per ricordare quello che non sarebbe mai dovuto succedere, per sfogare, tutto in un solo giorno, le ipocrisie e i sentimentalismi di macchie indelebili.
Anche noi vogliamo ricordarci di ricordare, ma come lo facciamo noi, ogni giorno, nella rabbia e nell’opposizione ad ogni nuova forma di fascismo, di
intolleranza, di antisemitismo. E’ una lotta che non ha a che fare con gli
anniversari, ma con la libertà, di scegliere, ogni giorno, da che parte stare.
E per che parte continuare a lottare.
Per questo scriviamo queste brevi righe. per ricordare che il ricordo è un’arma indelebile per il presente.
 
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Costruire una rete di studenti medi: verso il 16 marzo assemblea aperta 20 Gennaio ore 17,00 Arci Bellezza

In questi giorni sta nascendo a Milano una nuova rete degli studenti medi (RSM: retestudenti.noblogs.org). Questo nuovo progetto nasce dall’ idea e dall’esigenza di alcuni studenti e collettivi milanesi che hanno sentito la necessità di mettersi assieme e di costruire una rete studenti nuova, forte, compatta, ma soprattutto autonoma e indipendente. Uno dei principali temi su cui abbiamo deciso di lavorare e di intraprendere un percorso è il
tema dell’ antifascismo. A milano nell’ ultimo periodo è stato fatto un gran lavoro, dovuto anche al tentativo da parte dei fascisti di entrare e prendere sempre più spazio all’ interno della città e soprattutto delle scuole. Volantinaggi settimanali e presenze con proprie liste alle elezioni scolastiche. Il percorso intrapreso ha portato al corteo dell’ 11 dicembre con grande partecipazione degli studenti, ma soprattutto alle iniziative contro hotel dei cavalieri, che ospitò Forza Nuova e il suo incontro, e il laboratorio Oxus di proprietà di Delfo Zorzi, responsabile della strage di piazza Fontana. Nella nostra città esistono ancora luoghi e posti che finanziano l’ estrema destra, appoggiando il tentativo di penetrare nelle scuole e nella città. In continuità con l’assemblea nazionale di Torino, noi vogliamo poratre avanti questo discorso, lanciando una giornata di striscioni e iniziative all’interno delle nosre scuole verso il 16 marzo, anniversario della morte di Dax, e verso il 25 aprile, le principali date della mobilitazione antifascista milanese.
Per questo vi invitiamo tutti e tutte ad un’ assemblea aperta allargata per decidere e confrontarsi sulle iniziative da fare da qui a Marzo e fino al 25 Aprile. Abbiamo pensato di dividere l’assemblea in due parti: la prima parte vorremmo dedicarla al progetto della rete studenti, la seconda parte invece vorremmo parlare delle iniziative da fare nei prossimi mesi
sopratutto in vista del 16 Marzo.
 
Mercoledi’ 20 Gennaio ore 16,00 Arci Bellezza Milano.
Per contatti:


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Appello dal Centro Sociale Zapata – Genova

Dopo i fatti che hanno portato alla morte di un ragazzo cileno di 17 anni, Stefano Eduardo, in seguito ad una rissa tra coetanei.

Domenica sera a Genova è successa una tragedia, un giovane ragazzo
cileno, Stefano Eduardo, è morto accoltellato, probabilmente da un
coetaneo nel quartiere di Sampierdarena.Il contesto in cui è maturata
la tragedia è ancora molto incerto.Sicuramente domenica sera lo Zapata
era chiuso, verso le 20.00 un gruppo di 20/30 ragazzi latinoamericani
ha fatto irruzione nel centro sociale assalendo con coltelli, bottiglie
e pietre una quindicina di ragazzi che si trovavano al suo interno per
un compleanno.

Cosa sia successo dopo non è ancora chiaro a
nessuno, quello che certamente sappiamo è che ancora una volta a
Genova, è morto un ragazzo e, in questo momento terribile, ci sentiamo
innanzitutto vicini al dolore della famiglia e degli amici.

Questa
tragedia, in parte purtroppo annunciata, è il frutto del completo
abbandono da parte della città di Genova e delle sue istituzioni e
autorità di una generazione intera di giovani latinoamericani nel
ponente della nostra città.Da quasi 4 anni lo Zapata è luogo di
riferimento di centinaia di giovani latinoamericani.

Il percorso
con le organizzazioni della strada latine, quelle che questura e
giornali chiamavano, e non hanno mai smesso di chiamare,“baby gang”, è
cominciato nel 2006.

In quell’anno, dopo un lungo periodo di
scontri, i 3 gruppi più numerosi decisero di cessare le ostilità, di
uscire allo scoperto, di dimostrare alla città che le loro
organizzazioni erano invece una via d’uscita dalla guerra fra poveri,
una sorta di società di mutuo soccorso, una risposta collettiva e
solidale alla loro condizione di precarietà e marginalità senza
prospettive.

In questi 4 anni assieme allo Zapata ed alle
organizzazioni della strada sono stati organizzati centinaia di eventi
(tornei di calcio, assemblee, incontri pubblici, feste, manifestazioni)
sia a Sampierdarena, sia in tutta Genova.

In questi anni, con poche
forze, sono stati costruiti progetti di partecipazione (musicali,
sportivi, sociali, che hanno portato alla nascita di gruppimusicali, di
squadre di calcio, etc.), momenti di confronto e di crescita
collettiva, coinvolgendo le scuole, l’università, i servizi sociali, il
sert, il consultorio, il teatro Modena, i CIV, qualche assessore, etc.

Abbiamo
sempre inteso il percorso con i ragazzi sudamericani all’insegna della
fine di ogni violenza cieca e inutile, concretizzando nel quotidiano,
allo Zapata e in tutta la città, quel percorso di pace siglato alla
Sala Chiamata del Porto di Genova nel Giugno del 2006.

Alla luce
di questo, non possiamo che prendere le distanze da quanto accaduto e
ribadire quanto andiamo dicendo da anni, perché non è mai accettabile
perdere la vita a 17 anni in questa maniera: chi risolve le proprie
liti con un coltello non è più “fiero” o coraggioso, ma anzi è più vile
e codardo.A chiunque speculerà su questa tragedia per chiedere sgomberi
o interventi repressivi che interrompano un percorso di autogestione,
socialità, lotta e integrazione, che dura da sedici anni, rispondiamo
che rivendicheremo e difenderemo sempre il progetto finora compiuto.

Tutto
questo lavoro è stato fatto, a parte la rete di soggetti intelligenti e
coraggiosi che sopra citavamo, nel deserto più assoluto.

Da parte
delle istituzioni cittadine sono arrivate sostanzialmente solo qualche
pacca sulle spalle, il finanziamento di qualche piccolo progetto e
molte promesse mai mantenute.

Ma cosa molto più grave è che le
stesse istituzioni cittadine non abbiano dato alcuna attenzione né
tanto meno risposte a chi, migrante o italiano che sia, vive e lavora
nei quartieri del ponente genovese.

Invece di cogliere il problema
sollevato, di investire risorse ed energie su di esso e di aiutare chi
lavorava e lavora (non solo noi per fortuna) per inventare alternative
e renderle praticabili ad un numero di ragazzi e ragazze sempre
maggiore, Genova è rimasta alla finestra, contenta che qualcuno
sioccupasse del problema e mugugnosa rispetto alle chances di successo
di questo percorso.

Non si può più stare alla finestra e la tragica morte di Stefano è solo la più terribile delle dimostrazioni.

La
lega e l’assessore Scidone vorrebbero risolvere il problema riempiendo
Sampierdarena di telecamere, di ronde e di alpini, noi pensiamo che
nonservirebbero a nulla, che chi vuole si accoltellerebbe lo stesso,
che i cittadini non si sentirebbero più sicuri ma solo più controllati.

Pensiamo
che sia invece necessario uscire una volta per tutte dalle ambiguità,
investire su una nuova stagione che veda il ponente genovese
(territorio che da sempre ha richiamato uomini e donne di altri luoghi,
persone che venivano a lavorare nelle sue grandi fabbriche o nel porto
e che ora lavorano nell’edilizia o assistendo anziani) rivendicare la
sua natura meticcia, farne un elemento di forza e di orgoglio come è
stato in passato.Invece di spendere miliardi di euro nella gronda di
ponente o di pensare a ronde, alpini e telecamere il comune dovrebbe
pensare allo stato di vivibilità dei suoi quartieri, investire su
percorsi di partecipazione, costruire spazi e servizi per italiani e
migranti, costruire spazi verdi, finanziare chi lavora dal basso nei
quartieri, dare possibilità di studio e lavoro.Noi, con tutte le nostre
forze, continueremo a costruire, giorno dopo giorno, progetti dal
basso, di partecipazione ed autogestione, di lotta politica per uscire
dallo scontro fra poveri… Genova dovrà scegliere se è ancora
accettabile stare alla finestra.

Per adesioni: zapata@dirittinrete.org

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Wanted dead or alive…

è un macello
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Fornace sotto sgombero! Abbattere i capannoni per cancellare l’opposizione sociale:

DOMANI ORE 15, 15 IN STAZIONE GARIBALDI APPUNTAMENTO PER ANDARE A RHO.

GIU LE MANI DALLA FORNACE. TUTTI E TUTTE A RHO.

Da http://www.sosfornace.org/:

Sarebbero come al solito inesistenti
motivi di ordine pubblico a giustificare l’ennesima operazione di
polizia degna dell’arresto dei peggiori boss mafiosi, con cui si
intenderebbe eseguire nelle prossime settimane lo sgombero del Centro
Sociale SOS Fornace di Rho, per poi radere al suolo i capannoni,
dismessi da decenni, in cui dal 2005 abbiamo fatto vivere uno spazio
sociale, di aggregazione e di produzione culturale alternativo al nulla
che offre la città vetrina di Expo 2015. Ne abbiamo la certezza,
sebbene non sia ancora stata resa pubblica la Dichiarazione di Inizio
Attività, come sarebbe obbligatorio fare per legge, ma non ci
stupirebbe che il Comune facesse un illecito in nome del falso
principio di legalità cui si appella.
Il Centro Sociale SOS Fornace rappresenta per questa amministrazione,
che bada solo agli interessi propri e a quelli di Fiera e Compagnia
delle Grandi Opere, una spina nel fianco, come dimostra la vertenza
aperta con i pendolari di Rho per riconquistare la fermata dei treni
Milano Torino, scippata dalla Fiera, cui da gennaio si aggiungerà il
tentativo di Regione Lombardia di abbassare le tariffe dalla stazione
della Fiera senza ritoccare quelle della fermata di Rho città.
Ma oltre alla questione dei pendolari, la Fornace rappresenta un
problema di “ordine pubblico” perché ha iniziato a denunciare le
nefandezze del Piano di Governo del Territorio, che dovrà essere
approvato nei prossimi mesi, che prevede la cancellazione di migliaia
di posti di lavoro nell’area industriale di Mazzo, dove le aziende
chiuderanno per lasciare spazio a centri commerciali e alberghi, che
prevede la costruzione del nuovo liceo Rebora sui terreni agricoli di
proprietà del Sindaco e dei suoi famigliari, che prevede la
cementificazione del 5% delle aree verdi rimaste e permetterà di
costruire nuovi alberghi su almeno 13 aree all’interno della città di
Rho. Non da ultimo ricordiamo che il terreno agricolo adiacente al
centro sociale Fornace, di fronte alle scuole di via Tevere è di
proprietà di Zucchetti e dei suoi famigliari e con il PGT, votato in
Giunta dallo stesso Sindaco, si trasformerà in terreno edificabile.
Le manifestazioni degli ultimi mesi costruite con i pendolari, con gli
studenti e con i lavoratori hanno palesato che la presenza del Centro
Sociale SOS Fornace è il fulcro dell’opposizione sociale che mette il
bastone tra le ruote agli affari di chi su questo territorio si prepara
ad un lauto banchetto, mascherandosi meschinamente dietro lo slogano
filantropico di “nutrire il pianeta”.
Da oggi partirà dunque la campagna contro lo sgombero della Fornace,
una petizione in stazione, nelle scuole, nei luoghi di lavoro e in
città per chiedere che i locali attualmente occupati, che la proprietà
dovrebbe cedere a breve al Comune di Rho nell’ambito di un Piano di
Intervento Integrato, siano ceduti senza che avvenga lo sgombero e
successivamente assegnati alla Fornace.
Qualora avvenisse lo sgombero, ci troveremmo di fronte ad un atto che
non mira solo a cancellare uno spazio fisico, ma anche uno spazio di
agibilità democratica nel territorio, che provocherà pertanto una
risposta proporzionata alla gravità di tale situazione ed un conflitto
acceso, come mai prima si è visto nella nostra città. Non accetteremo
una soluzione di forza, alla quale reagiremo con determinazione e
radicalità.

PRIMI APPUNTAMENTI ANTISGOMBERO

Mercoledì 16 dicembre
ASSEMBLEA IN FORNACE CONTRO LO SGOMBERO
Invitiamo tutte le realtà solidali a partecipare a questo
primo momento di confronto per approntare le contromisure adeguate alla
situazione: chiediamo la massima partecipazione e la diffusione delle
notizie per organizzare una risposta all’ennesimo tentativo di sgombero.
h 21:30 @ SOS Fornace – Rho, via S.Martino 20

Sabato 19 dicembre
GIORNATA DI MOBILITAZIONE IN DIFESA DELLA FORNACE
Presidio in Piazza S. Vittore, a Rho

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Passare all’azione. L’abbiamo fatto. 10 mila al corteo cittadino per piazza fontana.

 

piazza fontana4

piazza fontana4

piazza fontana6

Galleria foto corriere della sera

Galleria foto sky tg24

Galleria foto da Repubblica

Galleria foto da: il Giorno.it

piazza fontana3

RASSEGNA STAMPA:

–corriere.it–

–repubblica.it–

–il giorno.it–

–le dichiarazioni di De Corato–

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L’ANTIFASCISMO è CULTURA MOVIMENTO E MOBILIT/AZIONE

12 dicembre ’69- 12 dicembre 2009. Non solo commemorazione.

Abbiamo invitato tutti e tutte a passare all’azione. Noi, ragazze e ragazzi antifascisti l’abbiamo fatto.

Due luoghi, due volti dell’attuale legittimazione e tacito assenso verso il fascismo e le stragi di ieri, verso il fascismo di oggi.

Forse i fascisti di oggi non usano valigie di pelle Mosbach-Gruber per metterci le bombe, fanno di meglio: le producono. Delfo Zorzi, infatti, è proprietario del marchio Oxus che produce borsette e valigie. Siamo andati al suo laboratorio a smascherare come dietro alla sua “rosea” filosofia di vita ci sia in realtà il terrorista di una volta responsabile delle stragi di Piazza Fontana e di Piazza della Loggia.

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Nel ’69 Delfo Zorzi era legittimato dai servizi segreti italiani  e americani, oggi le sue attività continuano ad essere protette e appoggiate dai poteri politici e amministrativi, comunali e statali, mentre lui monitora il suo business dal Giappone.

Questi stessi poteri politici sono quelli che avvallano raduni neofascisti a Milano come quello tenutosi il 5 aprile scorso all’Hotel dei Cavalieri. Il fascismo e le sue idee non devono avere legittimità: nessun albergo, bar, locale, sala conferenze dovrebbe ospitare chi si riconosce e mette in atto ideali xenofobi e sessisti, punta di un iceberg di un’ideologia intollerante per natura.

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Siamo andati all’Hotel dei Cavalieri a mostrare la macchia che lo segna dal 5 aprile, la colpa di aver ospitato Forza Nuova.

Con queste azione abbiamo voluto ribadire  che l’antifascismo è un modo di vivere, è la capacità, attraverso la cultura e la memoria, di creare consapevolezza e sensibilità, di muoversi e agire perché il fascismo non trovi spazio e legittimità.

Corsari-Milano

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