DAVIDE CESARE, DAX….
Il 16 marzo 2003 2 neonazisti del Quartiere Ticinese a Milano aggrediscono alcuni compagni. Alex rimane gravemente ferito. Dax invece muore. All’ospedale San Paolo dove Dax arriva oramai morente decine di carabinieri e polizziotti caricherà selvaggiamente i compagni accorsi. Nel 2009 con sentenze definitiva 2 compagni vengono condannati a 2 anni di reclusione.
Quello che segue è il racconto di un compagno:
La domenica sera per me è da sempre il momento più triste della settimana. Il week-end è agli sgoccioli e ci si appresta ad incominciare una nuova settimana di lavoro e alzatacce. Così anche quella maledetta domenica nessuno di noi voleva tornare a casa
e puntare la sveglia. Del resto non era neanche mezzanotte. La notte, almeno lei, era ancora giovane. Non eravamo frequentatori abituali del Tipota. Quella sera decidemmo di berci l’ultima birra lì. Tutto quello che arriva dopo è oramai entrato nella storia della città. 2 nazi-dementi che abitavano proprio sopra il Tipota decisero che quella era la serata giusta per provare i loro nuovi coltelli e il coraggio che thor o qualche loro strano dio o divinità gli aveva donato. Certo noi non siamo ragazzi da oratorio.
In queste cose nn ci tiriamo certo indietro. Ma alla logica delle lame opponiamo da sempre quella delle mani. Ricordo la collutazione durata qualche minuto.
Il rumore freddo delle lame. Poi Dax si accascia.
Le sue ultime parole:
"Questa volta mi hanno fatto male.."
Ti hanno ammazzato.
E noi nn lo dimentichiamo.
Noi non perdoniamo.
COSPIRARE VUOL DIRE RESPIRARE INSIEME
W DAX LIBERO E RIBELLE.
LUCA ROSSI…
UN ESTRATTO DEL LIBRO USCITO NEL 2006:
Siamo sul finire di febbraio,il 23 febbraio dell’anno 1986, in una piazza della bovisa , Milano.
è sera.Luca e Dario, giovani militanti e studenti universitari, non ancora ventenni, stanno correndo per prendere la filovia in piazzale Lugano. Hanno l’ennesimo appuntamento, stavolta con un amico e, insieme tante cose da intraprendere, da dire da realizzare nella città. La passione e la vita, la dolcezza e la lotta glielo consentono
In comune hanno anche lo stesso desiderio: capire come va questo maledetto mondo, quindi osservarlo, studiarlo, frequentarlo e non da ultimo cambiarlo alla radice affinchè smetta di essere minaccioso e ingiusto e diventi un luogo ospitale e accogliente per tutti gli esseri viventi umani inclusi. L’ideale dei ventanni è generoso, testardo, senza paura; è il sogno più bello che vorrebbe occupare le strade, l’affermazione diversa del
possibile, la corrente calda che attraversa la città di ghiaccio e non dimentica gli impegni presi.
VALERIO VERBANO…



Per non dimenticare e far conoscere la
memoria di Valerio Roma, Valerio Verbano è stato ucciso il 22 febbraio 1980. Tre persone
spacciandosi per suoi amici si sono presentati alla porta di casa e dopo aver immobilizzato i genitori, hanno atteso nascosti il suo ritorno. si verifica una colluttazione durante la quale Verbano riesce anche a disarmare uno dei tre assalitori; il ragazzo tenta di fuggire dalla finestra dell’ appartamento ma è raggiunto da un colpo di pistola alla schiena che gli perfora l’ intestino.
Valerio, militante di estrema sinistra, era uno studente del liceo scientifico quot;Archimede" e la sua morte sembra essere collegata a un dossier che il giovane aveva redatto dopo mesi di controinchiesta militante sulle attività dei fascisti della destra romana, dal quale emersero collegamenti inequivocabili tra questi, la malavita romana, le forze di Polizia e degli apparati dello Stato, la magistratura. A questo documento sembra essere legata anche l’assassinio del giudice Amato il quale vista l’importanza dei contenuti, decise di avviare un’indagine che lo ha portato alla morte.
In quegli anni Roma era in balia di scontri tra bande di destra e di sinistra che hanno messo in crisi istituzioni statali e familiari. E anche se in molti ci hanno provato, in realtà la sua morte non può essere solo il risultato di una guerra tra bande di giovani dalle differenti idee politiche.
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