Una settimana dopo il 14 Dicembre: la nostra rabbia brucia ancora!

14 Dicembre, una settimana dopo…

Un altra nostra riflessione sul 14, la crisi e sulla rabbia sociale

Abbiamo aspettato un po’ prima di prendere la parola su quella splendida giornata. Chi voleva cercare informazioni in questi giorni ne è sicuramente stato sommerso, sia dai media mainstream che nella pubblicistica di movimento

Lettera di Un Operaio a Saviano Il casco ti salva la vita! Tutta un altra storia Editoriale Uniriot Editoriale InfoAut

Tanti hanno sbraitato e abbaiato, rabbiosi e boriosi, tra gli ultimi quel microcefalo di Gasparri che s’è lasciato scappare le tentazioni autoritarie e repressive che i maquillage politici degli ultimi anni avevano tentato di celare. Molti “santoni” della democrazia non sono riusciti a trattenersi dal fornire consigli non richiesti e ramanzine fuori tempo massimo… Saviano tra tutti ha dimostrato una volta di più, sulla scia di precedenti simili a lui (vedi ad esempio Travaglio), come un pensiero profondamente di destra sia diventato punto di riferimento di una pseudo-sinistra sempre più securitaria, intollerante e autoritaria.

Anche tra le fila del movimento alcuni, duole ammetterlo, hanno approfittato della bella giornata romana per appuntarsi da soli sul petto medaglie immeritate, così come altri han pensato bene di far gli eroi con le prodezze altrui e, seppur assenti materialmente da quella piazza, hanno pontificato in abbondanza. Poco importa. Quando le cose vanno bene come settimana scorsa i ronzii dei moscerini (di Palazzo e non) non si sentono nemmeno.

Come previsto…o anche meglio

Noi siamo andati a Roma in un piccolo gruppo. Abbiamo sostenuto sin dall’inizio l’importanza di lavorare sul territorio milanese, per contribuire a sviluppare anche qui le mobilitazioni che il lavoro politico fatto in altre città ha permesso di mettere in moto, e per questo abbiamo scelto di scendere a Roma solo in virtù del desiderio di condividere la giornata con i fratelli e le sorelle che vi sarebbero giunti da tutta Italia. Ci sembrava che le due piazze potessero e dovessero esser collegate, politicamente e fisicamente. Abbiamo cercato di investire su Milano e attraversare Roma al contempo.

COMUNICATO DEI CORSARI MILANO PRE 14 DICEMBRE:CONTRO CRISI E GOVERNO!

Si sarebbe potuto fare di più, noi insieme ad altri, mobilitare più persone per Roma, ma avrebbe avuto poco senso: i “numeri” (quantitativi e qualitativi) della piazza romana non sarebbero cambiati e se a Milano, in questo momento, la situazione è meno “effervescente” che da altre parti non è una trasferta fuori porta a cambiare le cose. Sapevamo cosa avremmo trovato a Roma e cosa sarebbe successo. Non per chissà quale preveggenza o in virtù di una dietrologica regia inesistente; sapevamo come sarebbe andata quella giornata perchè logica conseguenza di quanto accaduto in precedenza.

Il 14 Dicembre, l’ampissima partecipazione di decine di migliaia di persone, la spontanea e generosa partecipazione agli scontri di piazza sono stati il frutto delle settimane e mesi precedenti di mobilitazione. Nessuno tra coloro che hanno costruito quella piazza, nessuno tra quelli che l’hanno vissuta ma soprattutto auspicata e costruita nelle lotte di questi mesi s’è stupito.

Erano, eravamo, felici e gioiosi.

Siamo stati bene a Roma. Abbiamo partecipato volentieri a quella giornata, in tutti i suoi momenti. Diciamola tutta: non vedevamo l’ora. Ne avevamo bisogno, personalmente, socialmente, politicamente. Crediamo che dopo quella giornata la situazione, proprio per come è andata, sia assolutamente migliore di prima. In particolare ci piace citare un paio di ricordi che crediamo significativi: il boato, come la festa per un gol segnato, che ha salutato le prime bombe carta che sbarravano la strada ai blindati in Piazza del Popolo. Gli applausi, gli incitamenti di chi, non partecipe attivamente a ciò che succedeva, non se ne andava, non si doleva, non prendeva le distanze.

Il vero dato significativo, la vera novità, l’elemento questo si forse imprevedibile è in queste scene. Non abbiamo visto infiltrati, provocatori, pochi isolati idioti. Eppure eravamo lì e siamo osservatori attenti e partecipi. Forse chi ne parla non c’era. Forse chi ne scrive esprime come certezza ciò che vorrebbe fosse la realtà. Forse è il senso della propria inadeguatezza a spiegare e capire che muove la penna e la lingua di queste persone. Noi, dal vivo, abbiamo visto, respirato, percepito altro.

E a Milano?

Mentre scriviamo viene votato definitivamente il Ddl Gelmini che, grazie alla fiducia di settimana scorsa alla Camera, diverrà legge. Settimana scorsa mentre Roma bruciava di passione a Milano ancora una volta abbiamo dovuto registrare i limiti di partecipazione, coesione, organizzazione che hanno caratterizzato le mobilitazioni recenti. Noi siamo parte di quel movimento che, nelle università come nelle scuole e nei territori, prova faticosamente a rimettere Milano in movimento. Non siamo sfiduciati, anzi. I limiti che stiamo riscontrando ci fanno pensare a quelli che abbiamo superato, le avvisaglie di avanzamento che emergono ci caricano per i prossimi obbiettivi da raggiungere. Abbiamo però capito una cosa, anche grazie a quello che s’è visto a Roma. Non ci sono scorciatoie. Non servono le fughe in avanti. Si semina ciò che si raccoglie. Come realtà soggettiva, come parte di un movimento. I movimenti hanno processi e sviluppi contraddittori, non lineari, sicuramente sono alimentati anche dagli stimoli che le soggettività sanno infondergli, ma certamente non è un insieme di minoritarietà (o peggio ancora un pulviscolo scomposto di minoritarietà) prive di riferimento sociale che può far crescere e avanzare processi di partecipazione e attivazione. Per questo la lezione più importante che vogliamo portarci da Roma a Milano è semplice quanto fondamentale: tenere insieme la radicalità di progetto e pratiche con l’ampiezza e la diversità degli interlocutori. Giorno dopo giorno, in levare.

Perchè i movimenti che ci interessano sono come i blindati che bruciano: magari partono lenti, ma quando prendono bene non lasciano più nullacom’era prima.

22 DICEMBRE

ORE 9

UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI MILANO

VIA FESTA DEL PERDONO

MOBILITAZIONE CONTRO IL GOVERNO E LA GELMINI!

MEETING POINT PER LE MOBILITAZIONI UNIVERSITARIE 22/12

Corsari Milano

Gente Seria

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