Spazi a Milano: l’aria che tira e le previsioni del tempo

Le minacce di sgombero della Fornace a Rho settimana scorsa, l’attacco effettuato alla Bottiglieria di Via Savona, le sbavanti intimidazioni proferite dal solito vice-sindaco De Corato verso Cox 18 in seguito alla sentenza di tribunale che intima gli occupanti a lasciare l’immobile sono cose diverse , ma al tempo stesso accomunate da un unico elemento. Sono cose diverse perchè ognuna di queste situazioni ha degli elementi specifici che la differenziano dalle altre. Le culture politiche di riferimento, le modalità d’azione, le attività svolte, la storia, la durata, i soggetti aggregati, le relazioni con i territori circostanti, con le istituzioni, i rapporti con le proprietà e tanto altro ancora: per ognuna delle situazioni citate, così come per l’insieme degli spazi autogestiti di questa città, vi sono sfaccettature e diversità che rendono da alcuni punti di vista ogni caso specifico e particolare. Il dato comune a queste vicende invece, ciò che accomuna questi casi a tante altre situazioni in questa città (le normative sempre più restrittive per l’associazionismo, i controlli asfissianti della polizia municipale verso circoli Arci e non solo, le cancellate nei parchi e in pezzi di città sempre più recintati, le ordinanze coprifuoco in Via Padova, Imbonati, al Corvetto ecc ecc) è la volontà politica delle destre al governo (del paese e della città) di considerare l’aggregazione come un problema di ordine pubblico e di reprimere il dissenso politico in maniera liberticida.

Quello che manca, a Milano e probabilmente non solo qui, è lo spazio per la politica, intesa come capacità di costruzione di percorsi di cambiamento. In questa città tanti, troppi preferiscono, per scelta, convenienza o pavidità, relegare tutti gli elementi di cui sopra ad un dimenticatoio silente e colpevole, non capendo che ciò che non si affronta spesso si scontra e si sconta. Per questo motivo dire “no agli sgomberi” per noi non significa “piegare” la propria specificità alle altrui, non significa assumere tutto indistintamente. Dire “no agli sgomberi” significa innanzitutto indicare una responsabilità politica precisa come causa di quanto sta succedendo. Dire “no agli sgomberi” è una frase unica che può essere detta in tanti modi diversi, almeno quanti sono quelli in cui si può immaginare, organizzare e provare a creare un futuro diverso dal grigiore di oggi.

Nei mesi scorsi abbiamo detto “no agli sgomberi” in tanti modi e in diverse occasioni, dalla battaglia per la difesa di Conchetta alle lotte dentro le scuole e le università giusto per citare alcuni esempi. Oggi diremo “no agli sgomberi” a Roma in corteo. Nei prossimi giorni daremo vita a diverse occasioni in cui ribadire il concetto. Come sempre a modo nostro e in prima persona.

Perchè se l’aria che tira può sembrare non essere delle migliori le nostre previsioni del tempo parlano invece di futuri imminenti e radiosi.

Per tutti.

Corsari Milano

Gente Seria

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