Questo pomeriggio 50 studenti delle università e delle accademie di
Milano hanno interrotto il cda della statale per denunciare la mala
gestione delle università milanesi che si regge su un ormai
insostenibile livello di tassazione a carico degli studenti e su
continui tagli ai fondi per la ricerca e per il diritto allo studio da
parte del governo.
Milano hanno interrotto il cda della statale per denunciare la mala
gestione delle università milanesi che si regge su un ormai
insostenibile livello di tassazione a carico degli studenti e su
continui tagli ai fondi per la ricerca e per il diritto allo studio da
parte del governo.
Gli studenti hanno rivendicato con forza che le tasse per il prossimo
anno siano ridotte del 90% per rientrare sotto il tetto del 20% del FFO
stabilito dal DpR 306/1997. Hanno inoltre chiesto che vengano
raddoppiati gli stanziamenti per il diritto allo studio e per la ricerca
rispetto al 2009.
Infine sono stati consegnati ai componenti del CdA dei bollettini
postali precompilati per chiedere che i professori ordinari tra il 7° e
il 15° scatto di anzianità (i quali guadagnano "solo" tra i €170.000 e
€200.000 l’anno) devolvano il 10% dei loro stipendi per sostenere
l’università che per anni li ha foraggiati. Se per salvaguardare
un’università di qualità saranno necessari dei sacrifici, anche i
docenti dovranno parteciparvi.
Da oggi parte la campagna “Rilanciamo l’università pubblica in 5 mosse",
che sarà visibile sui siti di tutti i collettivi universitari milanesi,
per mettere pressione sulle autorità d’ateneo e garantire che, nel
momento in cui si dovessero riorganizzare le poche risorse rimaste agli
atenei, vengano mantenuti i diritti sindacali dei lavoratori, e
sostenuti il diritto allo studio e una formazione di qualità.
anno siano ridotte del 90% per rientrare sotto il tetto del 20% del FFO
stabilito dal DpR 306/1997. Hanno inoltre chiesto che vengano
raddoppiati gli stanziamenti per il diritto allo studio e per la ricerca
rispetto al 2009.
Infine sono stati consegnati ai componenti del CdA dei bollettini
postali precompilati per chiedere che i professori ordinari tra il 7° e
il 15° scatto di anzianità (i quali guadagnano "solo" tra i €170.000 e
€200.000 l’anno) devolvano il 10% dei loro stipendi per sostenere
l’università che per anni li ha foraggiati. Se per salvaguardare
un’università di qualità saranno necessari dei sacrifici, anche i
docenti dovranno parteciparvi.
Da oggi parte la campagna “Rilanciamo l’università pubblica in 5 mosse",
che sarà visibile sui siti di tutti i collettivi universitari milanesi,
per mettere pressione sulle autorità d’ateneo e garantire che, nel
momento in cui si dovessero riorganizzare le poche risorse rimaste agli
atenei, vengano mantenuti i diritti sindacali dei lavoratori, e
sostenuti il diritto allo studio e una formazione di qualità.
Assemblea interfacoltà Milano