Equitalia: agenzia di strozzinaggio legalizzata

MILANO ORE 12.30 VIA SAN GREGORIO

AZIONE CONTRO EQUITALIA alias AGENZIA DI’ STROZZINAGGIO LEGALIZZATA

San Precario, Corsari, Lavoratori Autoconvocati, non si sono fermati in Piazza Duomo il loro 6 maggio è proseguito fino agli sportelli cassa di Equitalia, l’agenzia che ha l’appalto per la riscossione di tributi, multe, bollette scadute … di fatto un’agenzia di strozzinaggio legalizzata che sta mettendo in ginocchio migliaia di persone.

Quasi un centinaio tra precari e precarie, operai, studenti hanno pacificamente invaso gli uffici distribuendo volantini e spiegando il perché della loro incursione, intanto in strada si accendevano fumogeni, si aprivano striscioni corsari e gonfaloni del Santo dei Precari.

In un momento in cui la crisi picchia duro, in cui per molti arrivare a fine mese è un miraggio, in cui i salari arrivano troppo spesso con mesi di ritardo e una parte va a pagare il mutuo della casa, in cui i precari sono sempre più precari e chi precario non lo era lo sta diventando la cosa più facile che possa capitare è che ti arrivi la mannaia di Equitalia che in un batti e baleno ti mette la casa sotto ipoteca, la macchina in fermo amministrativo espropriandoti la vita. E le cartelle non scherzano sono numeri a quattro cifre, incontestabili, incomprensibili, insaldabili per molti, per troppi.

Lasciare la gestione delle riscossioni durante la crisi ad un mostro burocratico come Equitalia, il cui modo di procedere pare indifferente e impietoso quanto l’azione di un boia, la dice lunga sull’uso criminale della crisi. Il governo si è dimostrato pronto a salvare le banche con i nostri soldi, banche che hanno invaso volutamente il mercato di titoli tossici e altrettanto lesto a punire i piccoli insolventi, i piccoli risparmiatori – per fare cassa – utilizzando le riscossioni come una leva fiscale, una nuova tassa, una specie di pizzo gestito alla grande.

Da oggi contro l’agenzia del racket organizzato e legalizzato Equitalia si è creata una santa alleanza fra studenti, precari e lavoratori, un’agenzia antiracket, un osservatorio di denuncia delle infamie di quest’ufficio di concussione. Da oggi si è costituito a Milano il comitato contro gli abusi di Equitalia

sanprecario.orgcorsari-milano.noblogs.orguniti.gnumerica.org

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Milano||SCIOPERO GENERALE E GENERALIZZATO DEL 6 MAGGIO||Blocchi,Cortei e Azioni

 

OGGI SCIOPERO ANCH’IO!!

Lo sciopero generale del 6 maggio ha visto l’incredibile partecipazione delle fermate della Metropolitana di Milano.
Le porte d’ingresso di alcune stazione hanno deciso che non volevano aprirsi in segno di solidarietà con la lotta di milioni di persone in tutt’Italia, lotta contro le politiche sul lavoro di questo governo, contro i tagli e svilimento dell’istruzione e della cultura e contro la finanza mondiale dell’economia che prima crea la crisi e poi la fa pagare a chi sta in basso. Le metropolitane hanno deciso di stare chiuse anche per aiutare quei lavoratori a cui è stato privato anche il diritto di scioperare. Le grate e le porte hanno pensato che se non si fossero aperte stamattina qualche precario e precaria avrebbero avuto la possibilità di non lavorare aiutando così la riuscita dello sciopero, e si sa che uno sciopero riuscito è quello in cui tanta gente non lavora così da minimizzare il profitto degli speculatori, almeno per un giorno.

Le metropolitane che stamattina non hanno aperto, o hanno avuto problemi d’apertura sono state: Lambrate, Bisceglie e Brenta
In questi posti le porte si sono autoincatenate ai corrimano o hanno deciso di bloccare la loro serratura con acciaio liquido.

Grazie alla prode azione di chiusura delle metropolitane il corteo della CGIL è stato attraversato da studenti e precari che si sono mossi dietro un furgone con sound system, quello dei Corsari Milano. Spezzone che lungo tutto il tragitto ha rivendicato la necessità di diritti nel mondo del lavoro e in generale nella vita, ha gridato la volontà e la necessità di avere un redditto di cittadinanza capace di togliere la vita di tutti gli abitanti di questo paese dal ricatto di padroni e speculatori, ha denunciato le cause della crisi economica mondiale ovvero la Finanza!

Ma nell’epoca della precarietà e del lavoro 24 ore su 24 non potevamo fermarci così a fine corteo siamo stati a far visita a Equitalia società pubblica che vive riscuotendo tributi dai cittadini ma anche e soprattutto espropriando i beni di cittadini insolventi, anche per piccole cifre, per poi speculare sull’espropriazione. Abbiamo denunciato le operazioni che questa società svolge vessando chi è in difficoltà ed in crisi per poi poter creare profitto e rendita rivendo i beni. Una società pubblica che specula sulla vita di precari, disoccupati, persone in difficoltà economica.
Invece che pensare ad un Welfare state capace di accompagnare le persone e permettergli di avere una vita degna e decorosa la politica, sempre più schiava dell’economia mondiale, apre aziende pubbliche che rendono la vita dei cittadini impossibile. Equitalia , con banche, assicurazioni, immobiliari e interinali sono alcuni degli strumenti di sfruttamento della finanza mondiale sulle popolazioni. Oggi siamo venuti qui, durante la mayday abbiamo sanzionato gli altri nostri nemici.

Abbiamo iniziato per non finire, finiremo solo quando avremo diritti e redditto di cittadinanza per tutti e tutte

Corsari Milano
Gente Seria
http://corsari-milano.noblogs.org/

OGGI SCIOPERO ANCH’IO!!

 

Lo sciopero generale del 6 maggio ha visto l’incredibile partecipazione delle fermate della Metropolitana di Milano.
Le porte d’ingresso di alcune stazione hanno deciso che non volevano aprirsi in segno di solidarietà con la lotta di milioni di persone in tutt’Italia, lotta contro le politiche sul lavoro di questo governo, contro i tagli e svilimento dell’istruzione e della cultura e contro la finanza mondiale dell’economia che prima crea la crisi e poi la fa pagare a chi sta in basso. Le metropolitane hanno deciso di stare chiuse anche per aiutare quei lavoratori a cui è stato privato anche il diritto di scioperare. Le grate e le porte hanno pensato che se non si fossero aperte stamattina qualche precario e precaria avrebbero avuto la possibilità di non lavorare aiutando così la riuscita dello sciopero, e si sa che uno sciopero riuscito è quello in cui tanta gente non lavora così da minimizzare il profitto degli speculatori, almeno per un giorno.

Le metropolitane che stamattina non hanno aperto, ho hanno avuto problemi d’apertura sono state: Lambrate, Bisceglie e Brenta

In questi posti le porte si sono autoincatenate ai corrimano o hanno deciso di bloccare la loro serratura con acciaio liquido. 

 

Grazie alla prode azione di chiusura delle metropolitane il corteo della CGIL è stato attraversato da studenti e precari che si sono mossi dietro un furgone con sound system, quello dei Corsari Milano. Spezzone che lungo tutto il tragitto ha rivendicato la necessità di diritti nel mondo del lavoro e in generale nella vita, ha gridato la volontà e la necessità di avere un redditto di cittadinanza capace di togliere la vita di tutti gli abitanti di questo paese dal ricatto di padroni e speculatori, ha denunciato le cause della crisi economica mondiale ovvero la Finanza!

Ma nell’epoca della precarietà e del lavoro 24 ore su 24 non potevamo fermarci così a fine corteo siamo stati a far visita a Equitalia società pubblica che vive riscuotendo tributi dai cittadini ma anche e soprattutto espropriando i beni di cittadini insolventi, anche per piccole cifre, per poi speculare sull’espropriazione. Abbiamo denunciato le operazioni che questa società svolge vessando chi è in difficoltà ed in crisi per poi poter creare profitto e rendita rivendo i beni. Una società pubblica che specula sulla vita di precari, disoccupati, persone in difficoltà economica.
Invece che pensare ad un Welfare state capace di accompagnare le persone e permettergli di avere una vita degna e decorosa la politica, sempre più schiava dell’economia mondiale, apre aziende pubbliche che rendono la vita dei cittadini impossibile. Equitalia , con banche, assicurazioni, immobiliari e interinali sono alcuni degli strumenti di sfruttamento della finanza mondiale sulle popolazioni. Oggi siamo venuti qui, durante la mayday abbiamo sanzionato gli altri nostri nemici.

Abbiamo iniziato per non finire, finiremo solo quando avremo diritti e redditto di cittadinanza per tutti e tutte

Corsari Milano

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LE STRADE SONO NOSTRE||7 MAGGIO A QUARTO OGGIARO||

DOVE C’E’ LIBERTA’ DI ESPRESSIONE NON C’E’ SPAZIO PER FASCISTI E RAZZISTI!

Contro l’apertura della sede di Casapound e delle Guardie Padane a Quarto Oggiaro!

dalle 15.00 live nella strada…

ACERO MORETTI
DSA COMMANDO
IL SIGNOR K
CATRAMEND
MCK
LELEPROX
& guests…

in action coi colori…

DUST
ZECRON”
2501
ORTICANOODLES
DEM
TENIA
NEMCO
VOLKSWRITERZ CREW
& guests…

A ridosso della festa di Liberazione del 25 aprile e delle mobilitazioni dei lavoratori per il 1° maggio non bastava il corteo commemorativo per Ramelli il 29 con Milano sommersa di croci celtiche e saluti romani, e nemmeno il contestuale divieto ai compagni di deporre una corona di fiori alla lapide di Gaetano Amoroso, accoltellato in quei giorni dai fascisti: si aggiunge il tentativo di riproporre in veste istituzionale la competizione sportiva tra le squadre delle varie realtà dell’estrema destra milanese (ridimensionato in quel di Ripamonti anziché al Lido), nonché l’imminente apertura della sede milanese della “guardia nazionale padana” (in 1500 mq di una scuola comunale) con scopi di ‘protezione civile’ (leggi ‘militarizzazione del territorio’) e di Casa Pound Milano in uno stabile a 200 m, il tutto nel cuore di QUARTO OGGIARO.

L’euforia delle elezioni mette in evidente luce le connivenze e le agevolazioni (oltre che finanziamenti) della giunta comunale e degli enti pubblici verso le formazioni di estrema destra, favorendo il loro radicamento nel tessuto popolare di un quartiere periferico ben preciso.

Proprio a Quarto Oggiaro nel settembre 2008 Partigiani in ogni Quartiere organizzò un evento antifascista e antirazzista molto partecipato, dove i protagonisti erano i giovani rappers o street artists del quartiere e la gente che lo abita. Oggi i fascisti di Casa Pound tentano di appropriarsi di forme espressive e modalità comunicative di libertà, come il writing o l’hip hop, che nulla hanno a che vedere con la loro cultura di ordine e disciplina. Così come credono di poter fare populismo parlando di case, di banche, di etica quando sono strettamente legati a chi delle case e delle banche è il padrone e la loro unica etica è il potere e la discriminazione.

Ci vogliamo quindi aggregare alle iniziative “reclaim the street” promosse dai writers di Bologna, Torino, Genova e Monza in risposta alla provocazione fascista di Casa Pound Roma (luogo di recenti gravi aggressioni a compagni), che crede di disegnare i suoi fasci littori e i suoi feticci sui muri della città e di impadronirsi dei quartieri popolari.

L’appuntamento, inizialmente pensato in zona storica Ticinese, si sposta nella periferia nord-ovest di Milano, ovvero il pomeriggio di sabato 7 maggio a Quarto Oggiaro, con la musica e con tutte le arti di strada, ma soprattutto con la voglia di rivendicare la nostra socialità, la nostra cultura, i nostri spazi ed i nostri ideali.

http://poq.noblogs.org/
http://www.lestradesononostre.org/

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MayDay Milano 2011||FOTO E VIDEO DELLO SPEZZONE REDDITI E SPAZI||

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MayDay Milano 2011||1 Maggio Ore 10.30 a ZAM||Spezzone Reddito e Spazi

MAY DAY NEW WAY?

Tornare alle origini a volte significa cambiare strada. La MAYDAY parade 2011 torna all’antico, torna ad essere un corteo e non una street parade, torna a “picchettare le catene” che osano sfruttare la forza lavoro anche nel suo giorno di festa.

Abbiamo deciso di percorrere la nuova strada della MAYDAY in questo primo maggio di crisi economica e di passaggio verso lo sciopero generale e generalizzato del 6 maggio.

La precarietà non è più un termine che deve entrare nel vocabolario italiano, la Precarietà nel lavoro e conseguentemente nella vita oramai è la norma.

Le speculazioni finanziarie, poco importa se bancarie o edilizie o di altro tipo, sono il motivo della crisi economica globale, lo sfruttamento dei lavoratori e la svendita dei loro diritti uno degli strumenti con cui si possono risparmiare preziosi milioni di euro per arracchirsi sempre più.

L’accesso al redditto diretto o indiretto è una necessità per la sopravvivenza così si può decidere di liberare uno spazio sia dall’abbandono che dalla speculazione edilizia, dargli vita, viverlo o attraversarlo.
Occupare uno spazio per crearci socialità o una casa non è un capriccio ma una necessità, e tali spazi non possono essere vissuti come un problema di ordine pubblico.
Liberare uno spazio è un modo per poter indirettamente accedere ad una parte di reddito.
Comprare o affittare oggi sono lussi che non tutti si possono permettere perchè con un contratto “atipico” non solo non hai garanzia di poter continuare ad avere uno stipendio ma non dai nemmeno le garanzie a chi dovrebbe vendere o affittare.
Se poi pensiamo al fatto che si preferisce tenere vuoti gli spazi piuttosto che abbassare i prezzi ecco che il gioco e fatto, grazie anche alla connivenza delle istituzioni (comuni, provincie, regioni, stato) che permettono i giochi speculativi da una parte e reprimono le esperienze autogestite dall’altra.

Il nostro MAYDAY dice questo, dice che l’accesso al reddito è una necessità così come aver spazi di espressione e dove sperimentare autogestione, una parte del reddito che ci serve e spetta, una piccolissima parte, c’è la siamo presa occupando ZAM il 29 gennaio.

Il 1 maggio ci troviamo alle 10.30 a ZAM in via Olgiati 12, costruiamo lo spezzone SPAZI vs REDDITO

Corsari Milano
ZAM (Zona Autonoma Milano)

Zam si trova in Via Olgiati 12,Barona MM2 Famagosta,Bus 95,Tram 14 e 2

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NESSUNO SPAZIO A FASCISTI E RAZZISTI!DA MILANO A ROMA CHIUDERE CASAPOUND ORA!!

L’aggressione avvenuta nel quartiere Talenti a Roma nella notte fra il 26 e il 27 aprile ai danni di cinque studenti mostra ancora una volta, semmai ce ne fosse bisogno, qual è il vero volto delle formazioni neofasciste Casapound e Blocco Studentesco: squadracce fasciste coperte, finanziate e organizzate dall’amministrazione Alemanno.

Un’amministrazione comunale che patrocina iniziative fasciste e assume in Comune e nelle aziende municipalizzate vecchie conoscenze dei Nar e Terza Posizione, offrendo finanziamenti ed agibilità politica a chi da sempre svolge il lavoro sporco sui territori dove la destra cosiddetta democratica non riesce a radicarsi e non riesce ad interagire col tessuto sociale.

Non a caso , infatti, gli aggressori provenivano dall’occupazione di via Val d’Ala, vero punto di partenza di azioni squadriste, camuffato da pretesti abitativi quando nessuna famiglia in realtà usufruisce di quei spazi.

E’ora di chiudere questi covi fascisti che riescono a sopravvivere solo grazie alla protezione di ingenti schieramenti delle forze dell’ordine, come dimostrato ieri pomeriggio nel corso del corteo antifascista che ha attraversato via dei Prati Fiscali.

Solidarietà agli studenti e alle studentesse aggrediti!

Da Milano a Roma, nessuno spazio ai fascisti!

 

Corsari Milano

ZAM – Zona Autonoma Milano

 

http://corsari-milano.noblogs.org/

http://zam2011.tk/

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30 Aprile||Memorial Mohamed Bouzizi||Torneo di calcio a 5

30 Aprile 2011 – Lido di Milano – Piazzale Lotto – ore 14.00
“Memorial Mohamed Bouzizi”
1° Edizione torneo di calcio a 5 promosso da Uisp Milano e Partigiani in Ogni Quartiere

Un vento nuovo sta spazzando le coste del nord africa. È un vento che porta cambiamento e ribellione contro regimi che si credevano immortali sino a poco fa. È un vento che parla di giovani in rivolta, uomini e donne che sfidano repressione, guerra, fame per inseguire il sogno di un mondo migliore dove vivere. Molti lottano nella terra dove sono nati per cambiare ciò che non funziona, tanti altri attraversano il mare rischiando la vita per inseguire dall’altro lato del mediterraneo lo stesso sogno. Mohamed Bouzizi s’è spento dopo una lunga agonia il 4 gennaio di quest’anno. Dal suo gesto estremo è scaturita la rivolta che ha infiammato la Tunisia.

Nella nostra città troppo spesso il razzismo regna padrone nei giornali, nelle politiche pubbliche, nel linguaggio, nel senso comune dettato dall’ignoranza e dall’intolleranza.
Le manifestazioni di razzismo dilagano, nei piccoli e quotidiani comportamenti così come in iniziativa pubbliche senza vergogna e ritegno. C’è chi prova tutti i giorni a far crescere l’odio verso lo straniero o il “diverso” e cerca di utilizzare e occupare gli spazi della città a tal fine. Noi sogniamo una città diversa, una città che sappia evolversi da semplicemente multietnica in multiculturale, una città dove non vi sia nemmeno bisogno della tolleranza perchè vi sono meticciato, contaminazione e convivenza tra culture, etnie, storie, generi diversi. Da sempre pensiamo che lo sport sia uno strumento importante per promuovere questa idea altra di città e che il moltiplicare e diffondere iniziative culturali, musicali, sportive, occupando gli spazi che se lasciati vuoti diventano facile preda dei razzismi e
fascismi di sempre, sia una parte fondamentale della battaglia per un mondo migliore.

Uisp Milano e Partigiani in Ogni Quartiere

http://www.uisp.it/milano/
http://poq.noblogs.org/

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25 APRILE 2011 A MILANO||PARTIGIANI IN OGNI QUARTIERE IN CORVETTO||L’ANTIFASCISMO TORNA NELLE PIAZZE||

http://poq.noblogs.org/files/2011/04/POQ2011_poster_low.jpg

L’ANTIFASCISMO IN PIAZZA PARTIGIANI IN OGNI QUARTIERE
25 APRILE 2011
MILANO—VIA DEI CINQUECENTO ang VIA SAN DIONIGI—MM3 CORVETTO

||||EVENTO GRATUITO||||SI ESIBIRANNO SUL PALCO…Dalle 19:

EUGENIO FINARDI-INOKI-BEBO STORTI-RENATO SARTI-NORELAX-RICKY GIANCO- ZIBBA-MCK-DIEGO PARASSOLE-GENTESTRANA POSSE ORCHESTRA MULTIETNICA FURASTE’-
ALBERTO PATRUCCO-GIUBBONSKI-FIORE MERAVIGLIOSO
Presentano Rita Pelusio e Alessandra Faiella
Interventi:
NoExpo|25Aprile Anticarcerario|Mayday2011|Haidi Giuliani,Genova 2011| Corvetto Rossa|Rosa Piro e Ass.Dax16Marzo2003|Migranti protagonisti della lotta sulla gru a Brescia
Il Partigiano SergioRicaldone|Naga|Comitato di quartiere Salomone

Mostre:
Lotta per la Casa di Corvetto Rossa| Il Disagio abitativo a Milano del Sicet
Le leggi razziali di Anpi Zona 8| Le lotte di quartiere del
Comitato di quartiere Salomone| Case Bianche all’Amianto del Comitato Feltrinelli di Rogoredo

Video:
Anime di Strada MCK Corvetto|L’Italia non è un Paese Fascista|Viva Dax Libero e Ribelle
L’odio e la Mediazione sociale| Rivoluzione enigmistica di Vermi di Rouge e Stefano Molino

Laboratorio di Tappi e Biglie per bambin*

Banchetti Informativi e AutoProduzioni

manifesto al link:
http://poq.noblogs.org/

Anche quest’anno saremo alla periferia della città per festeggiare il 25 aprile e la voglia di liberazione dal fascismo.
Il quartiere Corvetto, nella sua varia composizione e nelle sue grandi doti espressive, partecipa con noi a questa ricorrenza, che vuole essere un momento non solo di aggregazione e condivisione degli spazi urbani, ma anche di rivendicazione e attualizzazione della lotta partigiana contro ogni forma di prevaricazione del potere e sottomissione delle
masse. La Milano di oggi, preda delle speculazioni edilizie, della produzione e delle destre istituzionali e non, ha un cuore popolare che batte nei quartieri periferici, dove la gente vive quotidianamente il malessere della casa, del lavoro, della vita sociale: ed è in questi quartieri che le realtà neofasciste e xenofobe, dalla Lega agli hammerskins, cercano di insediarsi col loro bagaglio di ideologie totalitarie, nazionalistiche e populiste.
La risposta che tutti insieme vogliamo dare è l’espressione di una grande partecipazione popolare ed autorganizzata per un evento in cui si ribadiscano gli ideali di libertà, solidarietà e internazionalismo. Ovvero Antifascismo. Nella consapevolezza che sia, oltre che possibile anche necessario, unire le forze per ricacciare nel dimenticatoio della storia,
certe presenze e dare uno stimolo alla potenziale capacità di comunicazione e autodeterminazione della gente.
Anche quest’anno ci prenderemo uno spazio pubblico in via san Dionigi (ang. via dei Cinquecento) dove proporremo la kermesse di Artisti che, condividendo i contenuti dell’iniziativa, si sono resi disponibili ad intervenire e gli interventi politici delle lotte che passate e presenti hanno danno vita a questa città e non solo, le mostre, i banchetti, ecc, il tutto in autofinanziamento. Inutile dire che abbiamo bisogno di tutte le forze che si possono mettere in campo, dalla logistica alla tecnica, dalla comunicativa alla pura manovalanza.
Siete tutti invitati/e.

AMA LA MUSICA ★ ODIA IL FASCISMO
RETE ANTIFASCISTA
Partigiani in ogni Quartiere

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Lampedusa, non è finito niente.

 

Lampedusa, non è finito niente.

 

Il mare s’è calmato e sono ripresi gli sbarchi. Com’era prevedibile del resto. Nulla è cambiato da dove partono i giovani africani che arrivano sull’isola, quindi non c’è alcuna ragione perchè gli sbarchi dovessero cessare.

Questa notte una barca è stata intercettata dalle motovedette della Guardia Costiera, non è riuscita ad agganciare il barcone così i circa cinquanta migranti provenienti dalla Tunisia sono stati trasbordati direttamente in mare e portati verso le due nel porto di Lampedusa. Subito trasferiti ai centri di accoglienza verranno presto rimpatriati. È la sorte che è toccata a una quindicina di loro connazionali che in mattinata sono stati imbarcati su un aereo che li riportava in patria. Diversi giornalisti presenti all’aeroporto, a cui è stato impedito di avvicinarsi, affermano che i giovani in partenza sembravano narcotizzati, o comunque sotto effetto si sostanze tranquillanti in quanto non si udivano voci e avevano gesti e movenze assolutamente rallentati.

In mattinata poi diverse decine di Carabinieri e Poliziotti si muovevano sui blindati per l’arrivo annunciato di un’altra imbarcazione. Le motovedette si staccavano dal porto e si dirigevano verso il nord dell’isola. Voci diffuse annunciavano l’arrivo di una nave per le due del pomeriggio.

Così è stato. Alle due esatte la nave di provenienza libica ha attraccato, scortata da tre motovedette, per scaricare la bellezza di 760 persone. Ci sono molte donne e diversi bambini tra loro, alcuni piccolissimi, e più persone scendono più ce ne sono altre che devono scendere.

Sulla banchina la protezione civile, poliziotti e carabinieri in quantità spropositata quanto inutili, la Croce Rossa, diversi giornalisti, funzionari di polizia e del comune.

I giovani che sbarcano sono africani sub-sahariani sicuramente di diverse provenienza, molti stremati a in condizioni di palese spossatezza, altri evidentemente meno in difficoltà, tutti molto composti, sui volti si leggono la soddisfazione per l’obbiettivo al momento raggiunto sia lo spaesamento per l’incertezza del futuro prossimo a venire.

Oggi il clima sul porto è relativamente tranquillo. La nave in questione scarica “profughi”, quindi presumibilmente persone che non verranno rimpatriate (ma esprimere certezze in questi casi è assolutamente fuori luogo) e quindi la Capitaneria di Porto e le Forze dell’Ordine sono liete di “offrire” lo spettacolo dell’accoglienza italica agli occhi delle telecamere senza grossi patemi. Oggi è di scena l’ipocrisia nostrana e gli ufficiali impettiti la mostrano con vanto.

La scena ovviamente, vista e rivista mille volte in televisione sino a diventar noiosa, è in realtà agghiacciante. L’impressione di inumanità di tutto ciò che accade è fortissima. Gli uomini e le donne che sbarcano vengono innanzi tutto considerate numeri, numeri da smistare in un posto o in un altro a seconda della provenienza e del destino che gli accordi, la “moda” o la convenienza determina, numeri da riprendere per immortalarsi nell’evento (diversi “volontari” presenti allo sbarco si fanno fare simpatiche foto ricordo mentre sullo sfondo c’è chi beve un sorso d’acqua magari dopo giorni), numeri che diventano titoli di giornali e servizi tv. Dei loro volti non importa, delle loro storie, dei perchè del loro viaggio ancora meno.

Le voci in circolazione parlano di un altra imbarcazione pronta a salpare simile a questa. Altre seicento, settecento persone pronte ad arrivare. Però si dice che il mare potrebbe ingrossarsi e farsi pericoloso. Persone quindi che al momento non si sa se andranno ad ingrossare il numero dei rimpatriati, dei mancati arrivi, degli scomparsi nel mare. Persone che diventeranno futura statistica, di quale categoria è ancora da scoprire.

di Francesco Franz Purpura

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LAMPEDUSA: SECONDO ATTO

 

Lampedusa secondo atto

 

Qui a Lampedusa l’impressione è immediata anche per chi è appena arrivato.

Non c’è bisogno di essere un “addetto ai lavori” per capirlo perchè lo percepisci nell’aria, lo senti respirando a pieni polmoni l’odore che porta il vento e guardando ad occhi spalancati ciò che ti si para davanti. È odore di repressione e ha l’immagine del controllo.

C’è stata una prima fase a Lampedusa. Ora è finita.

Le televisioni e i giornali hanno parlato per giorni di barconi stracarichi, navi affondate e corpi annegati che venivano contati solo per fare statistiche. Ci hanno mostrato e raccontato “l’emergenza Lampedusa”, ovvero l’emergenza loro, dei media, delle istituzioni, dell’incapacità di far fronte ai bisogni e diritti delle persone che rischiando la vita attraversavano il mare. Hanno soffiato sul fuoco delle paure ignoranti della gente, l’invasione barbarica che tutto avrebbe dovuto saccheggiare e distruggere. Hanno gridato allo scandalo per le fughe e le rivolte, applaudito il sommo venditore di bluff per le promesse di rito farcite di barzellette, populismo e intolleranza, hanno finto un lieve imbarazzo per le sortite più belligeranti dei verdi incamiciati che abbaiavano di armi da usare e abbozzato senza crederci un muso duro nei confronti dei partner europei di parere diverso.

Poi, come d’incanto, si cambia registro. Chi dice il mare grosso, che sconsiglia di partire, chi gli accordi internazionali, chi complice o stupido abbassa la voce, lo sguardo e l’attenzione, sta di fatto che ora qui sembra che tutto sia diverso. Sembra. Perchè non è così.

Siamo alla fase “alza il tappeto e butta sotto la monnezza”. Del resto s’è già visto come funziona bene, no?

Migranti ce ne sono ancora sull’isola. Certo ne arrivano meno ma ne continuano ad arrivare. Ne arrivano meno per questioni di mare, ovviamente, ma non solo nel senso delle alte onde che sconsigliano di mettersi in moto. Stiamo parlando anche di un’altra cosa. Fino a poco tempo fa le navi a largo di Lampedusa venivano “caricate e traghettate in porto”. Ora molto meno. A volte vengono respinte direttamente indietro, a volte lasciate andare sperando che colino a picco. A volte avviene, non sempre lo si viene a sapere. Poi ci sono i rimpatri. Illegali, in quanto fatti di massa e quindi comunque non conformi alla legge. Ma che hanno il duplice effetto di scoraggiare un po’ le partenze e diminuire il quantitativo di presenze. E poi c’è lo smistamento sul continente. Il risultato è aver di fatto creato una situazione in cui il fenomeno c’è ancora, il problema anche ma non la sua manifestazione visibile o emblematica.

Quindi qui di fatto stanno procedendo diversamente da prima. Ora è venuto il momento di “occultare” la questione – l’aver gridato all’emergenza per settimane ha ottenuto l’effetto necessario, ovvero poter prendere qualsivoglia provvedimento sui migranti arrivati e in arrivo con il “consenso” dell’opinione pubblica – e di procedere quindi a “silenziare” i possibili elementi che si ostinano a metterla invece in evidenza. Che, badiamo bene, non sono movimenti radicali e di massa ma piccole, democratiche forme di garanzia e monitoraggio. Qualcosa quindi che ha molto a che fare con il rispetto dei diritti costituzionali e non certo con il sovvertimento dell’ordine pubblico. Ma, secondo le migliori tradizioni locali, è invece in questi termini che le forze di polizia se ne occupano. Del resto ieri sera, a cena con alcuni giornalisti, il vice capo della polizia locale senza tanti giri di parole affermava tranquillamente che lui se ne frega tranquillamente di dire le cose come stanno ai migranti, che del resto “se gli diciamo che le navi vanno in Italia ci salgono tranquillamente, mentre…” mentre se invece la loro destinazione è Tunisi no, quindi perchè informarli di come stanno le cose? Non gli si dice nulla e via andare, l’ordine pubblico è preservato!

Così come si sta procedendo a far sentire il fiato sul collo alle persone, isolane e non, che si occupano dei diritti dei migranti, di fatto violando anche i loro diritti: a circolare liberamente, a rivolgere la parola a chi vogliono, a documentare ciò che vedono pubblicamente sotto i loro occhi.

L’isola è a posto, regna la calma, non ci sono più tunisini per strada e nessuno ha nulla da ridire…però nel frattempo, nel dubbio, anche al parroco è stato impedito da ieri di entrare al centro di raccolta e detenzione più grosso al quale accedeva sino a prima. L’ha denunciato stamattina durante l’omelia. Che, com’è noto, è da sempre ambito di sovversione pericolosa. E da oggi un’altra voce scomoda è messa a tacere.

di Francesco Franz Purpura

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