RIFLESSIONE CORSARA SU L 14 DICEMBRE, CRISI E RABBIA SOCIALE!
Roma, 14 dicembre 2010. La Giusta Rivolta
E’ una settimana che i media mainstream, fra giornali e telegiornali, e “autorevoli” opinionisti (Sartori, D’Avanzo..) stigmatizzano e condannano, a priori e a posteriori, le violenze esplose il 14 dicembre a Roma, rievocando scenari vecchi e superati, mostrando come di quel giorno non hanno capito e non hanno voluto capire nulla. Subito si sono riproposti gli scenari degli infiltrati e dei black block, tentando di ascrivere la rivolta di una generazione alle gesta di pochi gruppi, scollegati ed estranei alle decine di migliaia di persone che quel giorno hanno portato in piazza le loro idee ed i loro corpi. Cercando così di ridimensionare il livello di conflitto espresso nelle piazze e nelle strade alle azioni di un’esigua minoranza. E poi, subito, a ruota, si sono ovviamente succedute le dichiarazioni degli “esponenti” della classe politica autoreferenziale, corrotta, mafiosa e venduta che detiene ed esercita il potere in questo paese con l’unico scopo di riprodursi e riprodurre ingiustizie, disuguaglianze e sfruttamento, delle persone e dei territori. E via quindi con l’invocazione del Daspo e degli arresti preventivi, di un nuovo 7 aprile 1979. Da cui traspare, finalmente, la vera faccia di questo governo: un governo nostalgico delle leggi speciali, dei teoremi Calogero e del ventennio. Chi a favore, chi contro queste misure repressive, ma tutti i media e i politicanti si sono ben guardati dal ricordare che le imputazioni del 7 aprile caddero poi clamorosamente nel nulla, rivelando l’impianto e l’intento politico di quel processo di criminalizzazione dei movimenti. Perchè ora come allora, con le dovute differenze, hanno paura. Facevano e facciamo paura.
Senza parlare di chi invece pontifica dall’alto delle sue migliaia di copie vendute su un fenomeno sociale che non conosce minimamente, dispensando inutili consigli e vomitevoli moralismi. Poi alcuni studenti, quelli “buoni”, quelli che a tutti farebbe comodo salvare per condannare gli altri. “Noi non condividiamo, questi non sono i nostri metodi, sono i metodi di pochi che rovinano il lavoro di anni”. Studenti che fanno il gioco di chi dicono di contestare.
Ma questo 14 dicembre a Roma è successo altro. E’ sucesso che TUTTO un corteo ha deciso di alzare il livello del conflitto espresso nelle strade. E’ esplosa la rabbia e con essa la determinazione nel far sentire la nostra voce ed assaltare la zona rossa. Sì, sono state messe in pratica azioni che non abbiamo timore a definire atti di rivolta. Un uso della forzamgiusto che nonostante i tentativi di ridurlo a vandalismi e teppismo, ha un valore tutto politico. Mettere in gioco i nostri corpi, non fermarsi davanti ad assurdi divieti, è infatti un gesto tutto politico, unicamente politico. Nel momento della fiducia al governo si è reso evidente il definitivo distacco della classe politica che occupa i palazzi del potere dalle istanze sociali delle persone che vivono e fanno vivere i luoghi che attraversiamo ogni giorno. Una classe politica che si vende al miglior offerente per coltivare i propri interessi personali, responsabile delle devastazioni umane ed ambientali vissute sulla propria pelle dalle persone che subiscono le decisioni di questa classe politica. Una classe politica che mette in pratica politiche di uscita dalla crisi che rubano il futuro di una generazione, di tutte le generazioni che verranno, facendo scempio dei diritti dei lavoratori, del diritto allo studio, dei beni comuni. Della dignità. E allora ecco che al giungere della notizia della fiducia questa generazione ha deciso collettivamente di assaltare la zona rossa, simbolo materiale in quel momento della frattura insanabile fra questo potere politico e la società, del muro innalzato dal governo per non ascoltare le rivendicazioni di chi ormai ha ben poco da perdere.
Abbiamo deciso di dire basta, di alzare la testa, di far vedere loro che non accetteremo passivamente e silenti che giorno dopo giorno ci cancellino il nostro futuro. E questa rabbia si è manifestata con la messa in pratica di azioni che contemplavano l’utilizzo della forza, delle nostre energie, dall’assalto del blindato all’attacco agli schieramenti delle guardie. Senza paura , con un coraggio ed una determinazione forti delle nostre idee. Un uso della forza legittimo, per far arrivare la nostra voce a chi detiene il potere, per dare forma collettiva alla rabbia di una generazione cui stanno togliendo il presente ed il futuro. Per mostrare che non abbiamo paura, per far capire una volta ancora che dovrete fare i conti con noi. Non faremo passi indietro, il 14 dicembre è stato solo l’inizio.
Corsari Milano
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