CORSARI MILANO 11 MARZO PRESENTANO: LA LUNGHEZZA DELL’ONDA DI FRANCESCO RAPARELLI

 
raparelli statale
 
 

Adistanza di un anno da quello che e’ stato il movimento studentesco piu’ importante dei nostri tempi, proponiamo un momento di confronto e di analisi sul significato che ha avuto l’onda anomala. Freschi ancora di quei momenti, ne parleremo con Francesco Raparelli (autore del libro “la lunghezza dell’onda”), Omid Firouzi (Universita’ di urbino)e alcuni compagni del CUA di Torino (Collettivo Universitaro Autonomo).

Sono le 17,30 di un normalissimo Lunedì di Ottobre. Siamo, come al solito
in Statale, in chiostro a parlare di politica. In tutta italia c’è fermento contro la riforma Gelmini, contro i tagli di Tremonti e contro gli attacchi alla scuola pubblica che si ripetono da anni.
Decidiamo allora di lanciare un’assemblea di ateneo e vedere che
succede…

 

Il giorno dopo l’assemblea lanciata non riesce nemmeno ad iniziare, c’è troppa gente e si decide da subito di partire in corteo.
E’ strano perché fin dal primo momento tutti e tutte esprimono la volontà di non fare semplici cortei dentro l’università, ma di uscire, di BLOCCARE le stradele piazze e le arterie principali della città.
E’ così che è cominciato il movimento dell’onda a Milano. Per tre settimane Milano ha
visto cortei spontanei uscire da licei e università per bloccare città e stazioni.
Un’ onda, sì un’ onda anomala che ci ha travolto senza preavviso.
Un movimento che ha superato qualunque tipo di previsione o pianificazione.
Per tre settimane abbiamo vissuto le strade della nostra città come non era mai successo.
Abbiamo bloccato, sognato, sorriso, ma sopratutto ci abbiamo creduto.
Sì a Milano per qualche giorno ci credevamo davvero: ”possiamo bloccare la riforma Gelmini”.”Ce la facciamo, dai che ce la facciamo” queste le frasi che
rimbombavano nei corridoi nelle aule nei chiostri e nella mensa.
Poco dopo è stato come svegliarsi da un sogno bellissimo. Cominciavamo a
sentire la stanchezza, iniziavano le prime pacche sulle spalle ”non ci siamo
riusciti”, ”cosa usciamo a bloccare a fare?” ”hanno vinto loro”.
Ed ecco che arriva il maledetto riflusso, ma non abbiamo neanche il tempo di renderci conto di quello che sta succendendo che alle 6 di mattina arriva la chiamata: ”Hanno sgomberato cox 18”.
Ecco che le piazze di Milano si gonfiano di nuovo. Questa volta la rabbia, di voglia di protagonismo,  l’incazzatura è davvero tanta. Da subito ripartono cortei spontanei che bloccano la città di nuovo, ma questa volta ci sono i cassonetti rovesciati, i volti coperti i cori contro la Polizia e contro la giunta comunale che rimbombano nelle manifestazioni che invadono la città.
Ed è così che ci ritroviamo tanti. Tantissimi. In 10 mila. Gli studenti dell’onda, quelli di Cadorna. Quelli che xxxx. Quelli che si erano arresi. Li ritroviamo, ci ritroviamo ancora una volta insieme per difendere un centro sociale, e non per parlare di scuola.
Discutiamo di autogestione, di autorganizzazione e di conflitto. ”Dobbiamo riprenderci
cox18”. Sono 4 mura, ma 4 mura che per tutti noi rappresentano molto, moltissimo.
Ecco che prende forma la voglia di protagonismo. E il dibattito dentro le università
si sposta: adesso di parla di Milano, di pacchetti sicurezza, di telecamere e di spazi sociali.
Dopo 2 settimane cox 18 viene rioccupato da 400 compagni determinati a riprenderselo. Tutta Milano.
Quella Milano che ha dormito per anni, quella Milano che si è svegliata
grazie ad un’ onda di acqua fresca che l’ha rimessa in moto.
Di questo e molto altro vorremmo parlare Giovedì 11 Marzo alle 16,00 in statale.
Partendo dal libro di Francesco Raparelli ci piacerebbe rivivere quei momenti, confrontarci, parlare anche del presente e del futuro. Lo faremo anche con Omid Firouzi e alcuni compagni del Cua di Torino.
Ci prepareremo poi, anche per il corteo del 12 marzo ore 9,30 cairoli.

Corsari Milano

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